venerdì 24 febbraio 2012

Il colloquio e l'attesa

Le mamme che "consegnano i bambini al personale di sorveglianza" sono de facto escluse dall’attività genitorial scolastica, che consiste in pettegolezzi vari e informazioni aggiornatissime di prima mano.
Così solo dopo un tempo indefinito veniamo a sapere, a inizio dicembre, che c’è il ricevimento delle maestre.
A differenza del ricevimento del nido, questo è irto di ostacoli da superare: oltre alla conciliazione di orari mamma/babbo (famiglia moderna che ci tiene a rimarcare la mancanza di differenze di genere nell’accudimento pupesco, almeno fino al primo figlio), la povera famigliola deve superare:


Compleanni


Devo portare il figlio ad un compleanno da mc donald, una tristezza unica, ma faglielo in un prato il compleanno, in un circolo arci, ma mc donald no, via, proprio voglia zero, col cavolo io glielo farei fare lì, vuol dire che proprio non hai voglia di sbatterti, li infili tutti lì dentro e gli riporti a casa gonfi

Stralcio di telefonata della collega, che scatena l'ammirazione di tutto l'ufficio.

(Perché a tutto il resto ad un certo punto della vita si aggiungono anche i compleanni, da fare e a cui andare. Come organizzare qualcosa che non ti costi miliardi, non comporti settimane di preparazione e/o rimessa in piedi di casa e genitori, non sia troppo banalmente globalizzato rimanendo divertente?
Ho ancora un sacco di tempo per pensarci, ma temo passerà velocemente).

giovedì 23 febbraio 2012

Urgenze e ritardi


Matteo dice di aver trovato da un calzolaio il seguente cartello
Non ci sono richieste urgenti ma solo clienti in ritardo

Non lavorando ad un pronto soccorso, né in un fast food, condivido. 
Prima o poi so che lo dirò a qualcuno. 
E sicuramente sarà la persona sbagliata.

martedì 21 febbraio 2012

Corriere espresso (pre scuola)


…e consegnati al personale di sorveglianza*.


Ogni mattina, previo pagamento di una quota annuale, consegno la mia bimba al personale di sorveglianza. Preferirei pagare anche qualcosa in più ed affidarla a personale educativo.

Qualcosa mi dice che anche questo consegnare ha a che fare con il sondaggio riportato da LaRepubblica, secondo il quale il 76% delle mamme italiane si sente in colpa a lavorare. Contro il 17% di quelle svedesi.

·        *  Citazione testuale. Questo il contesto:
Pre scuola dalla ore 7,50 alle ore 8.30
Post scuola dalle ore 16.30 alle ore 17.00
"I  bambini dovranno essere accompagnati dai genitori presso la sede della relativa scuola e consegnati al personale di sorveglianza"

     (www.comuneX.it)

venerdì 17 febbraio 2012

Cittadine del mondo crescono


Mamma facciamo gli occhi così come L. X.?
Gli occhietti a cinese?
Si mamma. Però L.X. non mangia il riso!

(Fase del) Gulp
Anche tu sei italiana e non mangi il formaggio

In pochi mesi abbiamo:
  • Inglobato uno stereotipo (tutti i cinesi mangiano il riso),
  • Trovato una prova controfattuale (L.X. non mangia riso)
  • Dato alla mamma l'opportunità di dare la solita lezioncina relativista.

Io amo la scuola pubblica
(Peccato sia una relazione complicata e io un'amante a volte tradita)

giovedì 16 febbraio 2012

Il paese delle frittelle

"Martedi fanno solo la mattina, inclusa mensa"

Considerato che da 10 giorni non andiamo all'asilo e vista la gaffe dell'ultima chiusura pomeridiana, la previdente mamma de la migliore amica, mi ha avvertito via sms.
Martedì?
Non ci sono scioperi in giro, nè assemblee sindacali
Non si festeggia un patrono
Non è una festa comandata
Non dovrebbe esserci la neve

Carnevale.
Martedì è carnevale.
La scuola materna chiude alle 13.30 perchè è carnevale.

Veramente qualcuno ha il coraggio di sostenere che per far ripartire l'Italia è assolutamente prioritario far aprire i negozi 24 ore 365 giorni all'anno?

mercoledì 15 febbraio 2012

La colica euristica


Le coliche, lo sanno tutti, sono un incubo.
Quando ha le coliche il microesserino piange, si dispera, soffre. Tantissimo. Il mondo sembra cadere, niente lo/la consola.
Poi, dopo un tempo indefinibile, una scureggina e torna il sorriso.

E’ stato grazie al ricordo di questi momenti e al loro potere euristico che sono riuscita a finire un dottorato con una figlia piccola continuando anche a lavorare (pardon, collaborare).
E’ pensando alla sofferenza che può causare una scureggina bloccata che ho affrontato le mirabolanti avventure di mamma precaria davanti alla burocrazia, all’assenza di diritti, all’accumulo di lavori, a Trenitalia, agli orari della materna, alle bronchiti e alla scoperta che ci sono mamme che possono stare a casa (pagate) quando i figli si ammalano e altre che non hanno nemmeno diritti ai congedi parentali, senza che nessuno ne parli.
Però quell’aria in pancia è fastidiosa, anche se la si affronta con un sorriso.
Cara Elsa (Fornero) e cara Susanna (Camusso), vorrei parlarvi di questo, della difficile vita da mamma precaria in un paese dal welfare (pater) familistico.